1º Maggio … in corsa.

L’odierna mattina nasce sotto alcuni auspici. Il primo è quello meteorologico: pare che pioverà. Il secondo, preso a caso da un recente best seller, recita: “Il pedone può e deve essere sacrificato”.

Per fortuna, nessuna delle due previsioni ha colpito nel segno. In quel di San Giovanni, due goccine le ha fatte, ma nulla di assolutamente preoccupante, sicché la Corsa del 1º maggio ha finito per dipanarsi nel migliore dei modi. Evidentemente le mie poco garbate rimostranze rivolte all’altissimo hanno sortito i loro effetti: era buffo che, dopo dieci giorni di sole, finiva per essere compromessa proprio la mattina che mi vedeva podisticamente “sveglio”.

Peraltro l’originaria previsione, di poco più di 10k (dai tradizionali 5 e spicci degli anni scorsi), è stata ridotta ad 8K. Nulla di male, soprattutto, per fisici scarsamente tonici.

Resta, comunque, sia nella versione “breve” che in quella “extended”, un percorso “muscolare” con tratti di salita da creare qualche potenziale affanno. Certo, previamente allenati, non è che debbano impensierire più di tanto. In caso contrario, specie con una partenza baldanzosa, quando si arriva a Colle Oppio… Una istantanea esatta della nostra situazione.

Il percorso – immaginiamo – è stato ridotto perché interferiva, non poco, con le incombenze del Concertone della triplice ed ubi major Fitel cessat. Alcune pecche comunque si sono viste, in paio di occasioni, in cui si poteva rischiare l’avveramento del secondo auspicio, con qualche macchina che il pedone(-runner) poteva pure stamparlo al suolo.

Alla fine, con tante facce note (tra le quali, ad esempio, il comandante), la corsetta a casa l’abbiamo portata, laddove ci attendeva un aperitivo “rinforzato” (insomma, un pranzo anticipato) per ricollocare nel giro pancia ogni eventuale caloria assorbita dall’improvvido sgambettamento.

Per la cronaca, c’erano anche quattro Arancioni ed esattamente, sotto il comando del Presidente, Angelo Giuliani (con 30,53, nuovamente primo della sua categoria), Iacono (36,08) e Paolini (58,12).

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