Quando hai iniziato a correre e come sei riuscito a diventare un podista di rilievo nel panorama romano ?
Ho iniziato in tarda età, facevo sport per dimagrire visto che ero arrivato alla taglia 48…Correvo per non spendere soldi in quelle cure miracolose che promettevano un addome scolpito, ma un portafoglio vuoto. Un podista di rilievo non lo sono mai diventato, ma ho raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissato. Piccole soddisfazioni che mi permettono a volte di prendere in giro i miei compagni di allenamento.
Mi alleno (e ne sono orgoglioso) con il gruppo “Quelli delle 13” a Caracalla, capitanato da Mr Ozimo. Alterno la corsa con un corso di body functional in palestra, che consiglio vivamente a tutti. E suggerisco di prendere la corsa non troppo seriamente, giusto allenarsi duramente per dare spunti al cazzeggio con gli amici del lunedì….
Nel 2015 hai corso a New York la regina delle maratone; già 3 anni prima ci avevi provato, eri iscritto ma la gara fu annullata a causa dell’uragano che colpì la città. Raccontaci di entrambe le situazioni, che certamente ti sono rimaste impresse anche se qualche anno è passato.
New York è stata entrambe le volte un’esperienza affascinante. Nel 2015 ho corso con altri 3 miei amici, con i quali ho condiviso anche la stanza in hotel (tra questi Mr Ozimo e Federico Iacono). Ricordo la stanchezza indotta dal fuso orario e qualche notte insonne dovuta all’emozione. Correre per 42 km tra due ali di folla è elettrizzante, anche se ho avuto qualche problema per la stanchezza e la confusione di Central Park (l’incitamento del pubblico mi dava fastidio talmente ero stremato). L’edizione 2012 invece fu annullata a causa dell’uragano. Ero li già da qualche giorno, soggiornavo a Brooklyn, in casa in una zona malfamata. Le nostre valigie non erano arrivate in tempo ed eravamo stati costretti a fare compere proprio mentre l’uragano manifestava la sua intensità. Abbiamo visto la città paralizzata, in ginocchio, come mai prima. E’ stata una vera e propria avventura: la mattina presto del giovedì mentre facevo i classici 6 per 1.000 dentro Prospekt Park a Brooklyn toccai con mano la potenza organizzativa degli americani (in mezza giornata avevano messo in sicurezza l’intero parco, con decine di squadre di operai che tagliavano e classificavano per grandezza i rami prima di triturarli).
Capitolo infortuni. Purtroppo ogni tanto capitano e magari proprio quando si è all’apice della forma. Raccontaci la tua esperienza recente sul punto e se puoi dacci qualche utile consiglio.
Gli infortuni fanno la differenza tra l’atleta forte e quello che non lo diventerà mai. L’ultimo avuto è stato quello più importante: ho passato mezza giornata di panico per un’aritmia cardiaca. Ho dovuto fare mille controlli, ma fortunatamente l’esito è stato negativo e i medici non mi hanno detto di smettere….
Secondo te ci sono margini di miglioramento per il podismo a Roma, investendo ad es. sulle scuole e sulle gare domenicali (competitive e non) ?
I miglioramenti nel podismo sono difficili, secondo me non è uno sport per giovani. Per loro, fatica, sacrificio e sudore sono ben accetti solo correndo dietro a una palla. Si potrebbe, però, tornare ad organizzare per le scuole i ‘giochi della gioventù’, promuovendo un percorso didattico che dia ampio spazio a discipline di atletica di ogni genere. Ma è nell’educazione familiare che deve avvenire la vera svolta: dobbiamo togliere i videogiochi ai nostri ragazzi, dobbiamo farli camminare di più e accompagnarli di meno, intraprendendo con loro un percorso che li porti anche a fargli piacere la corsa. Durante gli allenamenti di calcio di mio figlio, gli istruttori per punizione mandano a correre i ragazzi! Ed ora, quando gli chiedo di venire a correre con me, lo prende come un rimprovero!
Bravo Alessandro condivido quasi tutto di quello che hai detto continua così