Antonella De Nardo Running Evolution

ANTONELLA DE NARDO

 

Ho iniziato a correre durante il periodo universitario e successivamente ho continuato quando non avevo il tempo necessario per andare in palestra.
Correre per me rappresenta essere liberi:
- dallo stress accumulato durante le ore lavorative;
- da tutto ciò che rimane dentro di sé perché non può essere detto, manifestato o trasmesso;
- di sfidare sé stessi nel raggiungere un obiettivo qualunque esso sia;
- di migliorare sé stessi non solo nell’attività fisica ma soprattutto mentale.
La mia prima gara è stata la Stramilano (15 km) nella primavera del ‘96 insieme al mio allora fidanzato (adesso marito): avevamo iniziato da poco la nostra vita insieme ed avevo deciso di accompagnarlo… nella buona e nella cattiva sorte. L’entusiasmo di continuare a gareggiare insieme c’è ancora e si rinnova nel tempo, nonostante siano passati più di 15 anni!
La scia di persone sulla Colombo durante la Roma-Ostia 2011: non avevo mai provato una simile sensazione nel vedere un fiume di persone tutte coinvolte e concentrate alla meta. Raramente mi capita di osservare questi fenomeni nel quotidiano.
Non ho brutti ricordi legati al running.
Nessuno, non ci credo.
Un animale selvaggio: quando corro voglio essere libera da tutto, non ho orologio, cronometro, cardiofrequenzimetro. Voglio essere sola con me stessa: io e l’asfalto. E di solito i pensieri corrono più velocemente delle gambe.
Per adesso non ci penso proprio, anche se ahimè riesco a correre solo una volta a settimana.
A volte mi è capitato di pensarlo, in qualche gara ma poi la forza di volontà e l’orgoglio sono più forti delle gambe stanche e del fiato che manca.
Come ci insegna Montale ‘Se la notte sogno, sogno di essere un maratoneta’. Per me la corsa è come la mia vita: correre vuol dire porsi sempre una meta da raggiungere e la meta successiva sarà sempre più ardua da raggiungere rispetto a quella appena conquistata. Se non avessi avuto audacia, caparbietà e consapevolezza nelle mie capacità non sarei qui a rispondere a queste domande: sono gli stessi ingredienti di cui ha bisogno un runner per affrontare una gara.
Una gara internazionale (New York, Parigi, L’Avana) , ma non ho avuto il tempo né per prepararla né per organizzarla, in quanto troppo presa dalla famiglia e dal lavoro. Ma ho intenzione di non rinunciare.

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