Correre ai tempi del Coronavirus – I forzati della corsa al chiuso

Correre ai tempi del Coronavirus, un’ esperienza che rimarrà nella storia soprattutto per chi come me si è trovato a dover gestire la cosa senza adeguate attrezzature (Tapis Roulant, Cyclette, ecc.).

Ma andiamo con ordine iniziamo a raccontare dalla fine di febbraio 2020.

Tornato dal mio Sunset Winter Trail di Teglio, mi sono tuffato subito nella gara successiva la XMILIA di Tor Vergata, in una giornata assolata e mite nessuno avrebbe pensato che quella sarebbe stata l’ultima gara per tutti noi podisti, anche se il nostro Sindaco Fausto Giuliani come un santone Guru, lo aveva predetto “me sa che questa è l’ultima gara che ce fanno fà !!!”.

Il sottoscritto si iscrive alla Roma Ostia il 22 febbraio 2020, continuando i miei allenamenti con un lungo di 35 km la domenica 1 marzo 2020 in quel di Colonna sotto una pioggia battente, per preparare la Maratona di Roma.

Ma come quando ci sono i venti di guerra che serpeggiano in una zona dove tu non vivi e dici: “ma tanto il problema è altrove, chiudono lì (Nord Italia)” e dove sei tu continui a vivere normalmente, non ti rendi conto che alla fine i venti di guerra si estendono anche al centro e poi al sud.

Ed ecco che la Roma – Ostia viene annullata, subito dopo la Maratona di Roma, e tutte le gare in programma del mese di marzo ed aprile 2020.

Si continua a correre fino a domenica 8 marzo 2020 (il giorno della Roma – Ostia), già’ da qualche giorno le scuole sono chiuse, man mano c’è sempre più restrizione negli spostamenti.

E anche andare a correre diventa un problema, perché pure essendo uno sport individuale, il messaggio delle autorità è chiaro, tutti dobbiamo restare a casa.

Dall’8 marzo fino al 22 marzo passano 2 settimane di fermo per capire se si può andare a correre magari di notte, magari la mattina presto, ma quando anche la FIDAL, le società podistiche, invitano a non uscire e quindi a non correre, capisci che devi trovare altre soluzioni.

Non avendo gli attrezzi giusti, tapis roulant (avevo pensato anche di acquistarne uno online ma sarebbe arrivato a fine giugno 2020 !!!), uno spazio adeguato, un grande giardino o uno spazio interno dove poter svolgere del movimento, ho dovuto inventarmi l’impossibile.

Per qualche giorno ho fissato il mio tavolo del soggiorno, ho misurato un possibile loop di 10 metri e ho detto ma proviamoci perché no, nel mondo c’è gente che sta facendo maratone intorno ai tavoli e salotti, del resto basta un po’ di movimento, e così la domenica 22 marzo 2020 di pomeriggio nell’incredulità di mia moglie e mia figlia ho iniziato a correre intorno al tavolo del soggiorno girando in tondo con un ritmo chiaramente lento. La prima seduta è stata di 60’ e 8,65 km, poi piano piano nelle settimane successive ho aumentato le sedute prima 2, poi 3 e fino a 4 alla settimana. Aumentavano anche i km e i minuti fino a tentare l’impresa ovvero correre una mezza maratona 21,097 km su un loop di 10 metri in 2 ore 27’ 02” di un pomeriggio di martedì 28 aprile 2020, con tanto di foto e video scattate da mia figlia Ilaria e divisa sociale Running Evolution. Per non avere problemi di articolazione ogni 30 minuti effettuavo un’inversione di giro.

Ho continuato fino a domenica 3 maggio 2020, ultimo giorno di lock-down correndo circa 198 km in 6 settimane – 21 sedute – di cui ben 5 tra 1 ora e 15 e 2 ore 27 minuti, correndone una di 1 ora e 45 minuti – 15 km con mascherina chirurgica per provare come si correva con essa in quanto si paventava l’ipotesi che alla fine del lock-down ci avrebbero fatto correre all’aperto con la mascherina, e una veloce di 9,5 km all’ora il giorno di Pasquetta.

L’Orange artico-sahariano si era trasformato in Orange Indoor.

Anche se dai primi di aprile 2020 era consentito correre nei pressi della propria abitazione fino a 200 metri da casa, correre intorno al tavolo era diventata una droga, una sfida.

Ma come tutte le cose finalmente si ritorna alla normalità.

E dal 5 maggio 2020 prima seduta all’aperto sotto casa alle ore 20:00, pochi km 9,5, ritmo lento, impacciato, ma … finalmente all’aria aperta.

Sono passate 3 settimane dal ritorno all’aperto, la velocità sulle gambe è ancora un lontano ricordo, di gareggiare non se ne parla, ci sono in giro fantomatici protocolli per fare una gara, che alla maggioranza dei podisti passerà la voglia di farle.

Non so se ricapiterà in futuro una esperienza simile, speriamo di no, vorrà dire che il COVID-19, se ne sarà andato via, ma sicuramente la mia testa ancora una volta ha dimostrato di non temere nessun ostacolo e di affrontarlo come nelle mie corse artiche e sahariane o di altura, con tranquillità ed umiltà.

Ed ora un’altra sfida: allenarsi senza gare, una sorta di lock-down del podista.

Un Saluto da Mauro Roscioli

“Orange Artico-Sahariano-Indoor”

Montecompatri, 24 maggio 2020

P.S. – Ah, sapete che cosa mi dicevano i miei compagni di squadra sui social? “Tu sei matto, tu non stai bene” … forse avevano ragione, ma io so’ fatto così !

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