Sebbene non serva affatto, ricordo a tutti che CorriColonna, tra le altre cose, si caratterizza per il “ristorino” al Km 9, a sua volta contraddistinto dall’oggetto: il vino dei Castelli.
Visto che è stata una idea del sottoscritto (subito recepita), sono molto fiero che in questa gara ci sia un elemento che connette, oltre allo sport, il territorio ad uno dei piaceri della vita.
Fermarsi per un attimo, salutare gli amici “arancioni” di corvée, e gustarsi un goccio di vino (o su di lì), serve a ‘spezzare’ l’andatura ed a comunicarci che ci sono anche altre cose, oltre alla corsa. E’ come il bicchiere del Buon ricordo. Ti induce a ripetere la positiva esperienza, rafforzandola, come direbbero gli psicologi.
Poco prima di terminare il nostro tragitto, dedichiamo un frammento, più o meno lungo, per replicare ad un gesto di affetto. Questo è il “goccetto”.
Oltre all’indubbia valenza in termini di marketing, è un modo per sdrammatizzare: nessuna co(r)sa, in questo momento, è così seria da non consentirci di un esprimere, fattualmente, un ringraziamento per il gradito pensiero. E, poi, l’alcool ha sempre il suo effetto…
Sorge però un dubbio. Cosa fare se, poniamo il caso, stiamo perfettamente nei tempi per conseguire il personale? Qui, la scelta, confesso, è ardua per esempio per me che ho sempre sognato di conseguire in questa gara il mio personal best. Per fortuna, certo di non correre rischi del genere, la scelta non si porrà: e il goccetto sarà fatto, con tutti i crismi.
Sarebbe bello, però, essere in grado di non dover scegliere. Il “goccetto” e il personale possono anche coesistere, quasi come un festeggiamento anticipato.
Si tratta, è il caso di dire, di una questione di tempi. In attesa dei tempi migliori, ci sono anche quelli delle piccole felicità. E, in stato di ebbrezza (sportiva), finché non si esagera, si può stare piuttosto bene.
“Goccetto” sia!