In audio mono

All’inizio non correvo senza avere un supporto audio. Come la coperta di Linus (il personaggio delle strisce di Schulz, non il fastidioso speaker radiofonico), la musica serviva a spronare e dava un senso di “compagnia”, come se la moltitudine accanto non fosse bastevole.

Immaginate, per un attimo, di fare quello che facevo io. Correre una intera maratona con una “scaletta” pensata per l’occasione e che mi costava alcune ore di lavoro. Perché i “pezzi” non soltanto erano scelti per la loro carica in BPM ma erano anche “collocati”, a seconda della loro durata, in una successione che teneva conto di quanto (teoricamente) sarebbe accaduto, ossia la decadenza inevitabile del passo. Compendiavo anche il “tempo” dei ristori.

Tutta questa fatica, si faceva benedire – diciamo così – al momento del crollo … camminare, poco o tanto, con una musica che dovrebbe “spingere” strideva alquanto e, per di più, rafforzava l’incazzatura mentre i pacer si allontanavano inesorabilmente.

Dalle dipendenze si può uscire. Con fatica ed il giusto supporto ci sono riuscito.

La molla scatenante è stata la mia seconda ColleMar-athon che, nella veste di campionato italiano per non so più quale categoria di “professionisti”, proibiva l’uso di cuffiette e di qualsiasi altro supporto audio. La pena della squalifica, per giunta, veniva applicata all’arrivo, per cui la beffa ed il danno si sommavano. Chi conosce questa gara sa, perfettamente, il peso di tali conseguenze.

Da quella volta, per le maratone ho detto “basta” alla musica. Un problema di meno.

In allenamento, però, continuo ad ascoltare una “selezione” – curata e remixata da me (sia nell’insieme che nei singoli brani)  – che mi fa stare al passo (è il caso di dire) con i tempi, posto che è costituita dalle più recenti novità (sulle quali, spesso, mi confronto con la mia pargola) e da pezzi più vecchi riveduti e corretti con il sound dei nostri giorni.

Dopo settimane che non uscivo neppure a gettare la spazzatura, mi vien voglia, complice il ben tempo,  di fare qualche chilometro (ormai le gare costituiscono il reale allenamento…), in quel del Parco della Caffarella.

Nelle cuffie parte, a questo punto, la “raccolta” denominata “2022 marzo”, anche per recuperare l’investimento del tempo che è stato necessario alla “composizione”.

Dopo neppure mezzo chilometro, si guasta la cuffia… e dalla stereofonia, si passa all’audio come le cassette dei tempi che furono.

In “mono” la musica è tutto un altro sentire. Non “suona” con i corretti alti e bassi e si perde completamente l’avvolgenza della stereofonia e gli affetti di scambiamento di canale. Diventa piatta e monocorde, i battiti si sovrappongono, e non è di alcun aiuto né per correre, né per ascoltare qualcosa.

Mi sa che, alla fine, toccherà rinunciare definitivamente al sottofondo.

Vorrà dire, allora, che mi concentrerò sul panorama che, complice la bella stagione, proprio non manca. Chi ha occhi per vedere, guardi.

[Per chi è curioso avrei ascoltato: Dua Lipa, Love Again (Imanbek Remix); Ava Max, Who’s Laughing Now; Sophie and the Giant, Golden Night (Benny Benassi Hot Remix); Gayle, Abcdefu (Max Steel Alphabet Remake); Pat Benatar, Love is a Battlefield (Stu’s Extended Remix); Depeche Mode, People Are People (Kaiser Electro Swarm Remix); Julius Dreisig & Zeus X Crona, Invisible (NCS Release); Temper Trap, Sweet Disposition (Axwell & Dirty South Remix); New Order, Be a Rebel (DJ Duck Disco Mix Plex Edit Bernard’s Outlaw)]

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