Senza aver bisogno del dono di leggere la mente, immagino perfettamente cosa il titolo di questo pezzo vi abbia suggerito. Avendo, a suo tempo, parlato di seni, senza alcun riferimento alla trigonometria, l’associazione di idee è presto fatta. Si parlerà di gentili dame che dispensano, dietro compenso, prestazioni personali per allietare corpo (e mente).
Invece, la nostra amica, è una massaggiatrice “seria” (non che le altre, nel loro segmento di mercato, non lo siano) alla quale vogliamo bene. E’ l’appuntamento della mattina, davanti ad un caffè dove si disputa la gara a chi paga per primo. Oppure è il primo caffè del pomeriggio, dopo la corsa dell’ora di pranzo.
Alla nostra M. – piace ripeterlo – vogliamo bene. Forse perché il suo lavoro è tutt’altro che certo. Soprattutto, di questi tempi. Che si prospettano con la luce degradante e con il freddo incombente.
Da M. al resto.
E’ ora chiaro che basta poco perché la nostra “civiltà” crolli. Vorrei dire che siamo alla canna del gas, se non fosse che manca proprio il gas. I nostri pargoli, scopriranno l’austerità, cioè il sacrificio e il risparmio. Post Covid – che, tanto post non è – un’altra tegola ci cade addosso, per darci la prova di quel senso di “finitezza” al quale non vogliamo davvero credere. Non crediamo che le cose stiano davvero così e che basta girare una valvola per perdere quel vivere “civile” al quale siamo abituati.
Per continuare l’anestesia – che, poi, è l’anticamera dell’assideramento – i giornali ci raccontano che il nostro paese sta aumentando le riserve passando dal 90% al 93% ma senza dare la risposta alla domanda che qualsiasi imbecille di medio cabotaggio farebbe: quanto durano queste riserve qualora non avessimo altro?
Qualcuno pensa che possiamo dormire sonni tranquilli e, pur svenandoci per pagare la bolletta (settimanale), l’inverno lo passiamo. La realtà è che le riserve durano solo 40 giorni. Poi, prostrati, a paesi africani di dubbia legalità, pietire qualche litro aggiuntivo da rigassificare alla meglio, grazie alle mirabolanti prospettive delle energie “alternative”, con le quali ci siamo cullati. A quella “transizione ecologica”, buona per far scena ai convegni ma che non ha alcun reale margine di efficacia nel breve e medio periodo (sic transit…).
Qualche tempo fa, scrissi un “pezzo” profetico. Immaginavo un mondo in cui, terminate le fonti energetiche, i ricchi fossero, oltre a quelli pieni di soldi, i maratoneti perché in grado, correndo 4 ore al giorno su appositi tappeti, di generare corrente elettrica. Una boutade da fantascienza pre-apocalittica, non certo un mondo realmente possibile. Ebbene, eccoci qui, ad immaginare che, da semplici sportivi, diventeremo una sorta di categoria “privilegiata”…
Credo che la prossima volta farò molta attenzione a quello che mi passa per la mente. Confessions of a Dangerous Mind?
[Colonna sonora: Opus III vs Orbital, It’s A Fine Day (10bz Halcyon Re-vox); Opus III, Hand In Hand (Looking For Sweet Inspiration) [Perfecto Mix]]