Dopo lo scrittore da strada, al nostro mondo appartiene N. che, in strada, ci vive per davvero.
Ogni volta che corriamo lo incontriamo, nei suoi quotidiani “appostamenti” per chiedere qualche spicciolo.
N. – di età indefinibile ma chiaramente intorno ai trent’anni – è distrutto dalle droghe, con giorni che “ondeggia” in un equilibrio precario e mi aspetto, da un momento all’altro, che si stampi sul marciapiede.
Oggi, correndo, ho pensato a lui. Ad un destino che poteva essere di molti. Basta poco per scivolare giù. E finire ad un angolo di strada.
Per sua fortuna, nel nostro “circondario”, lo conoscono tutti ed è stato praticamente “adottato”: dal bar dove fa colazione o dai supermercati dove compra di che fare pranzo. Il più delle volte, i titolari non lo fanno pagare, oppure ci pensa qualcuno di noi “normali”.
Possiamo sempre dare un aiuto, anche se non condividiamo le scelte compiute.
Domenico, il mio mentore spirituale, una volta mi disse che, quando si dona, non si può incidere sulla “destinazione” del dono. Lo si fa e basta, anche se, al posto di un panino, il nostro N. si spara in vena robaccia tagliata male.
Poi penso alla sua famiglia che – con molta probabilità – avrà lottato contro tutto e contro tutti, per non farlo cadere giù. Evidentemente, senza esito. E’ difficile lasciare andare una persona cara ma, spesso, non c’è altro da fare. E’ una forma di indispensabile autotutela, per non cadere assieme.
Intanto, noi possiamo correre.
Break your silence if you would
Before the sun goes down for good
I won’t let the sun go down on me
(Nik Kershaw, I Won’t Let The Sun Go Down On Me)