La Corsa dei Santi. In questo momento questa gara vale per la sua declinazione.
Già in passato, coincise, quasi esattamente, con un momento difficile.
Anche oggi, i Santi sono un auspicio di tempi migliori. I messaggeri di quanto, dall’Alto, si spera ci arrivi quale soccorso. Perché, occorre dirlo, a Loro ci rivolgiamo quando ogni strada è ormai preclusa. La sofferenza è la chiave di volta che regge la costruzione. Non si diventa Santi per caso, ma per una scommessa. Da una parte una sofferenza indicibile; dall’altra il premio supremo.
Ci serve un piccolo frammento di questo. Ora. Anche se non lo meritiamo.
Questa corsa, parte dalla Casa del Padre. E torna ad essa.
La strada non è un problema, né la velocità. Basta, alla fine, volgere lo sguardo in Alto e dedicare un pensiero lassù, dove – per chi crede – c’è qualcuno che ascolta. Ed ha la risposta. Né giusta, né sbagliata. Una risposta formulata su parametri diversi dai nostri, ché i Santi, seppur ascoltano, parlano una lingua diversa che, non sempre, possiamo comprendere.
In verità, non c’è niente da capire, ma bisogna solo abbandonarsi, avere fiducia e buttarsi nel vuoto. Che, poi, non è affatto vuoto ma è pieno di quello che noi pensiamo ci sia. Di fronte a quella porta, abbiamo paura. Ma possiamo farcela. Qualcuno ha bisogno ancora di noi.
Questa corsa non è ancora finita. Padre mio, corri ancora. Ed arriva. Tra le lacrime di quelli che ti vogliono bene.
Now run as fast as you can
Through this field of trees
[Colonna sonora: Editors, Smokers Outside the Hospital Doors]