Arrakis. Dune. Il pianeta della spezia.
La storia raccontata da Frank Herbert (e completata dal figlio), ruota intorno alle lotte per il dominio sulla sostanza più importante dell’Universo. Sapete già tutto, ma non so se ci avete riflettuto a fondo. Il vero protagonista, alla fine, non risulta essere la famiglia Atreides (dopo quasi 4000 anni dal lungo dominio di Casa Corrino), quanto due elementi.
Il primo è l’ambiente. Tutta la saga, nel dipanarsi in migliaia di anni, è caratterizzata da quanto l’ambiente resti fondamentale per ogni civiltà.
Il secondo elemento è costituito dalla figura di Duncan Idaho.
Vi tralascio i dettagli di questa indicazione controcorrente (anche per non spoilerarvi il finale della saga) e vi faccio presente un dettaglio “costitutivo” del nostro protagonista. Una ferrea volontà di sopravvivere, abbinata ad una abilità nella corsa (tra velocità e resistenza).
Il nostro Duncan, nasce su Giedi Primo, il plumbeo pianeta governato dalla Famiglia Harkonnen. Dopo una immotivata uccisione della famiglia, viene utilizzato, dalla tenera età di nove anni, assieme a suoi coetanei come “preda” in battute di caccia, finalizzate all’allenamento del soldati del Barone. Ma è veloce, molto veloce e sfugge agli inseguimenti, con la forza della sua straordinaria determinazione a sottrarsi alla cattura (e, quindi, alla morte).
Paradossalmente, il premio per queste capacità è costituito da una battuta di caccia in una foresta. La sfida è di fatto impossibile perché Glossu Rabban (nipote del Barone ed erede designato di Casa Harkonnen), e la sua squadra scelta di segugi, gli hanno previamente impiantato un trasmettitore in grado di identificarne la posizione.
Eppure, ancora una volta, Duncan riesce a trasformare la sua corsa, in una difesa attiva, spiazzando chi pensava che l’inseguito non possa trasformarsi in predatore. Sfuggirà dal pianeta, finendo su Caladan, feudo di Casa Atreides. L‘inizio della sua fortuna.
Dalla corsa, la vita.