La salita di CorriColonna

Quale salita? Si chiederanno i miei 25 lettori.

CorriColonna, come tutti sanno, comincia in salita, con quella prudenza che è sempre consigliabile. Ma non è questa la “vera” salita della gara, quanto quella che – dopo una corsa a perdifiato – ci si trova di fronte subito dopo il ristoro.

Poco dopo il km 4,5, a seguito di una curva a gomito a sinistra, ecco, di fronte a noi,  una bella pendenza di quasi 500 metri che porta al riavvio del (secondo) giro. Pure se uno lo sa, la “botta” arriva lo stesso.

Nonostante la banda musicale si impegni a spronare, in questo specifico frangente si ha dimostrazione “senza appello” della propria condizione fisica. Nelle tante edizioni che ho disputato solo un paio di volte sono riuscito a mantenere l’andatura, segno di tempi andati in cui si arrivava a Colonna ben allenati. Oggi, chissà. Domani, si vedrà.

In effetti questa salita non ammette vie di mezzo: o correte o camminate. I più, facendo finta di nulla, ondeggiano tra i due estremi, tanto per non sfigurare di fronte al folto pubblico presente ma anche millantando (quello che si chiama “mestiere”); resta, ad ogni modo, uno scoglio impegnativo, seppur non privo di fascino.

In teoria è tutto possibile. In pratica cerchiamo di “sfangarla” anche perché mancano altri 4,5 km e, quindi, la gara è tutt’altro che terminata.

La salita di CorriColonna è una caratterizzazione. Una bella donna, con qualche asprezza caratteriale, resta pur sempre una bella donna. E, quindi, le si perdona tutto.

[P.S.: in foto, l’incoraggiamento degli anni scorsi: Mario, se guardate bene, è sempre lì]

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