Ogni tanto sorgono dei temi ricorrenti senza che se ne individui un motivo preciso. Credo che una parte della responsabilità dipenda dalle implicazioni di “ragionamenti” sulla programmazione per la nuova intelligenza che verrà, per cui…
Apparentemente, la semplicità si contrappone alla complessità. Quello che non è complesso è, per ciò stesso, semplice?
La semplicità è la sostanza con la forma funzionale e nulla più. Si tratta, quindi, di un sistema la cui estrinsecazione non richiede molte informazioni.
Ma la semplicità è anche una “situazione” che sembra tale proprio perché manchiamo delle dovute informazioni. La “facciamo semplice” perché non possiamo fare diversamente, non perché le cose stiamo realmente così.
La complessità è di frequente la chiave della soluzione. Solamente che la semplicità sconcerta. E non potrebbe andare in altro modo, posto che noi e tutto ciò che è intorno a noi è tutt’altro che semplice o, comunque, non appare tale. La complessità, d’altra parte, implica la presenza di una struttura logica che si autocontraddica. Una volta che i fatti incomprensibili sono stati fatti ‘quadrare’ e che i fattori estranei sono stati cancellati, la soluzione si staglia nella luce abbagliante dell’inevitabilità razionale. Ha quindi senz’altro ragione Robert Sheckley (ne il Castello degli spettri).
La semplicità appare, quindi, una complessità tolti gli aspetti incongruenti. Si tratta, in altre parole, di una nostra incapacità di comprensione. Per chi capisce, infatti, è semplice anche ciò che a noi sembra fuori portata della ragione.
Cosa c’è di più semplice della corsa?
Sembriamo fatti proprio per correre. Avanziamo, contro ogni legge della fisica. Contro ogni legge della logica.
Eppure è difficile correre, perché oltre all’apparato motorio ci portiamo dietro tutta una serie di pesi di varia natura. Ognuno sa qual è il suo e non serve, quindi, fare casistiche.
Correre, allora, diventa un’attività in cui si bilanciano forze diverse. Alcune vanno nella stessa direzione ed alimentano lo sforzo. Altre viaggiano in direzioni contrapposte e si ostacolano a vicenda. Bisogna saperle indirizzare, piegare all’obiettivo. Semplice?
Per nulla.
[P.S.: mi sa che quella birra era fin troppo alcoolica]