Difficile dire quale sia stata finora la mia gara più importante… sicuramente mi è rimasta nel cuore, per i momenti emozionanti condivisi con gli amici, la maratona a Torino corsa nel novembre 2011. In quell’occasione, per cercare di battere il mitico Tommaso Piloca, ho fatto il mio personal best… senza però battere Tommaso.
Vi voglio però raccontare, per il posto suggestivo, della mia maratona della foresta pietrificata (Arizona – USA) nell’ottobre 2015. Già il pasta party è stata un’avventura ..in una camera di hotel ,visto che i partecipanti alla maratona erano solo 65: pasta stracotta condita con mais, pomodoro e zucchero… (che non si fa per il carico dei carboidrati).
Vista la scarsa padronanza della lingua avevamo capito di dover arrivare la mattina un’ora prima della gara, invece l’incontro era 5 minuti prima. All’alba la partenza dal lato nord, deserto dipinto… Che dire un posto unico ..una strada nel deserto con tutte rocce multicolori da cui il nome deserto dipinto e poi la foresta pietrificata con alberi fossilizzati la cui sezione sembra incastonata di pietre preziose multicolori.
La maratona già in quota (da 1.300 a 1.900 mt slm) parte in salita, poi Fino al km 21 un saliscendi continuo. Ogni 3 miglia il ristoro dove ci fanno festa e ci chiedono come siamo finiti li dall’Italia. Ogni tanto passa un ranger con la jeep per sapere se va tutto bene visto che praticamente si corre da soli (e lì mi sembra di sentire il mitico Piloca che se avesse partecipato mi avrebbe detto “stavolta ti ci mando!” Dalla mezza fino al km 40 è praticamente quasi tutta salita. Negli ultimi 2 km, dopo l’ultimo ristoro, inizia la discesa e li un cartello “il tuo dolore è momentaneo il tuo tempo su internet è per sempre” All’arrivo ci accoglie una piccola folla che ci fa i complimenti.
Questa maratona mi ha affascinato sia per il senso di libertà e di infinito che ho provato nel deserto sia per lo spirito degli americani che al momento che li superi ti fanno i complimenti e un grande sorriso.
Daniela Parenti