Vi voglio raccontare la Parma Marathon per descrivere la passione degli organizzatori che c’hanno messo l’anima per far funzionare tutto; un po’ come il nostro Presidente quando organizza la nostra Corricolonna ormai un appuntamento fisso dell’ultima domenica di settembre. Il 14 ottobre 2018, dunque, ho portato i colori violarancio di noi donne della Running Evolution alla Maratona di Parma, giunta, quest’anno, alla sua terza edizione e in continuo miglioramento. Di certo, non è l’occasione per visitare correndo la città di Parma: solo i primi 2 km si corrono entro i confini cittadini con il passaggio nel maestoso Palazzo della Pilotta, il centro storico e culturale della città che ospita la Galleria Palatina, vari musei e il Teatro Farnese tutto interamente in legno; ma oltre il Palazzo della Pilotta, una volta superato il parco ducale con il raffinato laghetto, la maratona si snoda lungo le strade della pianura circostante tra prati erbosi infiniti che vanno a perdersi lontano nell’orizzonte brumoso e distese a perdita d’occhio di terra appena arata fertile e concimata quasi ansiosa di essere seminata e dare frutto.
Di tanto in tanto, qualche gruppo di alberi dalle foglie accese dei rossi e degli ori dell’autunno interrompe la distesa monotona della pianura mentre alcune abitazioni lasciano intuire una presenza umana altrimenti invisibile. E’ una maratona da correre di testa senza poter confidare sul sostegno di un qualche pubblico plaudente oltre quello dei generosissimi volontari addetti ai ristori e agli incroci cui vanno i più partecipati ringraziamenti. Solo al km 35, quando la stanchezza comincia a farsi sentire, provvidenziale il vivacissimo ristoro gestito della Società sportiva Il Torrile: musica come in una discoteca, grida di incitamento, applausi e un campanaccio da far suonare al passaggio ti scuotono da ogni torpore e ti invitano a riprendere forza e coraggio per gli ultimi km che ti separano dal traguardo. E arriva il km 42 con il passaggio attraverso la porta d’ingresso dell’antica Cittadella trasformata per l’occasione nel Tunnel of Glory tutto luccicante di alluminio dorato acceso da vivaci led lampeggianti e finalmente il trionfo del traguardo e l’orgoglio della bella e pesante medaglia. Parma Marathon si appropria di tutto il fine settimana sottraendolo ai percorsi culturali nel centro storico e alle visite museali perché organizza nel parco della Cittadella, l’antica fortezza, un expò accogliente che invoglia a trattenersi ben oltre il ritiro dei pettorali e del pacco gara: all’expò si alternano stand con prodotti tecnici di interesse dei podisti con altri stand soprattutto gastronomici che fanno la gioia anche dei non podisti. Panche e tavoli dove potersi sedere in compagnia bevendo e mangiando contribuiscono a creare un clima conviviale mentre gli eventi collaterali – come la corsa dei bimbi – non possono certo sfuggire perchè si svolgono propri lì dentro mentre ti aggiri con la birra in mano e il pacco gara sulle spalle. Nello stesso parco della Cittadella si svolge il dopo gara con un grandioso ristoro finale a base di pane integrale e tocchi gustosi di parmigiano reggiano.
Merita un encomio anche la chicca della doccia (calda per tutti) allo stadio Tardini del Parma negli stessi spogliatoi delle squadre di serie A: io ho fatto la doccia nello spogliatoio della squadra ospite lo stesso dove tra una settimana farà la doccia la mia amata Lazio e questo è stato un pensiero davvero esaltante.
E dopo la doccia, il meritato relax nel parco, medaglia al collo e birra in mano, perdendosi in allegre chiacchiere con gli amici ritrovati. Bella bella davvero questa mia 119° maratona e complimenti agli organizzatori di Parma Marathon, decisamente consigliata!
