Marco Ferrante

MARCO FERRANTE

 

Più di trent’anni fa Ugo (maestro one n.d.r.) si “ingarellò” con un nostro comune amico che si era iscritto alla sezione di atletica di Frascati e ce la menava co’ sta corsa, un bel giorno mi convinse a fare una “corsetta” come diceva lui, dopo due anni feci la Romaratona come si chiamava allora e non ho più smesso di correre.
E chi se lo ricorda! Sono passati cent’anni! È uno sforzo mnemonico che non potete chiedere ai miei radi e ormai esausti neuroni.
Di ricordi belli ne ho tanti, tante maratone, il vento sul volto nel silenzio mentre corri nel deserto, l’arrivo tra gli applausi scroscianti della folla all’Ironman di Barcellona, neanche fossi stato il vincitore, ma forse il più bello è quello della buia e magica notte del mio primo “Passatore” quando ormai a pochi chilometri da Faenza mi resi conto che solo un fulmine “modello Giove” avrebbe potuto fermarmi e che ormai ce l’avevo fatta… mi vengono ancora i brividi sulla schiena.
All’Atina enotrail di un paio di anni fa quando a causa di un problema al ginocchio sinistro un po’ sottovalutato da me (che poi mi costò due mesi di stop), pur di arrivare mi trascinai al traguardo con un dolore lancinante e soprattutto con la paura che fosse qualcosa di più serio di quello che poi fortunatamente si rivelò.
Non ho riti particolari o amuleti legati alla corsa, però prima di una gara importante curo tutto, dall’abbigliamento alla alimentazione in modo maniacale cercando di non lasciare nulla al caso.
…Mah, forse un mulo, lento ma cocciuto e dotato di una naturale resistenza agli sforzi di lunga durata.
Ma scherziamo?! Con i tempi che corrono (pure loro!), la professione e i ritmi che sostengo, quella poca salute mentale che mi rimane la devo solo alla corsa.
Sembra incredibile con le centinaia di gare che mi sono lasciato alle spalle ma non mi sono mai ritirato in una gara di podismo. In generale mi sono ritirato una sola volta, per problemi di alimentazione se non ricordo male, in una gara di triathlon sprint (750 m di nuoto, 20 km di bicicletta e 5 km di corsa n.d.r.), pensate un po’ a meno di due chilometri dall’Arrivo, cose da pazzi!
La corsa è uno stile di vita, è benessere, è un modo per stare con sé stessi e un modo per stare con gli altri, la corsa è lo sport più individuale che esista ma nello stesso tempo se vuoi quello che ti da la possibilità di condividere emozioni, esperienze e sensazioni con ognuna delle centinaia di persone che incontri nei tuoi chilometri, la corsa è natura e naturale ma anche sacrificio e tecnica, è meditazione ed equilibrio, autodisciplina fisica e mentale, la corsa è esplorazione e conoscenza del proprio essere nella sua interezza, nella corsa si è quello che si è senza “sovrastrutture” ed apparenze, la corsa ti da forza interiore, la corsa è libertà, la corsa è questo e tanto altro, la corsa è bella.
Qualche anno dopo aver iniziato a correre, ventidue… venticinque anni fa, forse, mi capitò di vedere un servizio TV sull’Ironman delle Hawaii e mi sembrò così entusiasmante che decisi che prima o poi l’avrei fatto. Nello stesso periodo incominciai a sentir parlare della 100km del Passatore e della Marathon des Sables e così mi venne in mente che sarebbe stato fantastico realizzare questa incredibile tripletta. Ad oggi mi manca ancora la MdS ma ad aprile prossimo avrò la possibilità di completare l’opera, il problema è che nel frattempo ho visto che ci sono un sacco di altre sfide bellissime in giro…. Aiutatemi!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *