L’OPINIONE DI UN RUNNER (sulla Maratona a Staffetta)

Sabato pomeriggio alcuni oranges (tra i quali il sottoscritto che, da ieri, possiede anche la tuta arancione) hanno preso parte al Trofeo ATAC di Maratona a staffetta.
Non l’avevo mai disputata e confesso che mi sono divertito, specialmente per il clima “giocoso” che proprio non guastava…. assieme a un caldo praticamente estivo. Al gazebo, oltre a Fausto, le posizioni erano tenute dall’impagabile Oscar (EquiOrange), addetto alle indicazioni, al recupero del “quantum” e, perfino, allo spaccio di merendine e tarallucci che continuano a vagare dalle sue parti sin dalla Lidense.

Ho condiviso la frazione con Ottavio, al quale ho preannunciato che gli avrei dato filo da torcere. Peccato che lui era preceduto da Agostino e io dal menzionato Oscar. Ma chissà che…! Gli 8,5 chilometri sembravano uno scherzo e invece ho presto notato come arrivavano i podisti alla prima metà (cioè alla fine del primo giro): si comprendeva benissimo che c’era poco da scherzare. Problema: avrei individuato il precedente frazionista? Avrei capito quando stava arrivando Oscar? Beh, con quel passettino da Gheisha… era inconfondibile.

Il primo chilometro è stato raggiunto a 4′,46″ (un perfetto imbecille) e ha fornito il viatico a una fatica resa ancora più vivida dal fatto che si correva per lo più sull’erba! A me i trail e le campestre stanno sempre sullo stomaco, perché non attutiscono il passo come il beneamato asfalto. Finendo il primo giro, incrociando Ivana, non ho visto il mio cambio successivo (il buon Mario Tempesta). In altri tempi mi sarei candidato a fare un giro diverso ma in quella occasione ho preferito lasciare tale velleità a Liliana. Per fortuna, si trattava solo di una temporanea cecità da sforzo.
Alla fine del secondo giro il cambio era lì con me e la squadra poteva proseguire.

Il 21B (barrato) è tornato dunque al deposito. Neppure il tempo di cambiarsi che le piccole rompiballe che erano venute con noi, iniziavano, per l’appunto, a scassare. Con un brillante escamotage sono riuscito a far vedere almeno la discesa che segnava la fine del primo giro della “rossa”. Incitamento per tutti (tranne una): “Dai che ti manca solo un giro!”.
Indi, “cipster” alla mano, il rientro alla base.

Una nota per tutti quelli che non c’erano: ne valeva la pena. Magari con un barilotto di birra da spillare!

Mr. Farronato

P.S.: sono stati tutti salutati alla Hunger Run dove, come da tradizione criminale, ho scroccato il deposito dei pochi averi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *