Pillola blu/Pillola rossa

Morpheus è di fronte a noi. Sul palmo della mano due pillole. Pillola blu o pillola rossa?

“Pillola blu, fine della storia, domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie e vedrai quant’è profonda la tana del bianconiglio”.

Trasponiamo il concetto di “guardare oltre” nel nostro piccolo mondo.

La pillola blu è la “normalità”; è il correre gare brevi. Si tratta di accontentarsi, di assumere un impegno – tutto sommato – ordinario. Le 10, al massimo le Mezze, senza esagerare.

Nulla di sbagliato, beninteso. Non è per forza necessario voler strafare. Neo è contento così com’è e non gli interessa affatto sapere cosa ci sia dietro Matrix.

I 10K fatti per benino, sono la nostra gara sulla velocità. Un impegno che, preso seriamente, è tutt’altro che riposante. Certo, si possono anche disputare alla bell’è meglio ed, anche in questo caso, non c’è nulla che non vada in questa modalità. Si vive bene anche con le piccole cose. La tranquillità è una di queste.

La pillola rossa è l’azzardo. La Mezza maratona impegnativa (per il percorso o le condizioni). La maratona complicata da organizzare e gestire. L’ultra maratona, tanto per provarne l’effetto. Altrimenti non si vede perché tanti si accalchino in quel di Via dei Calzaiuoli per raggiugere Faenza dopo 100 chilometri. Non paghi c’è la “Nove Colli” e la “Spartathlon”, poi i 240K della Marathon des Sables (l’organizzazione di quest’ultima gara ha uno spiccato senso dell’umorismo: esiste anche la Mezza Maratona delle Sabbie, di 120 K) …

Tutto ciò nasce da una sollecitazione di qualche minuto fa. Il Comandante mi dice che l’anno prossimo, di questi tempi, vorrebbe “scalare” (correndo) l’Etna. Passando dal livello del mare (cioè dalla spiaggia) ai 3000 metri, dopo 43 chilometri.

Sono andato a dare una occhiata al sito di questa gara. Si tratta di 33,5 Km su asfalto e di 9,5 km su sterrato. Il primo cancello, dove finisce l’asfalto, è fissato 5 ore dopo la partenza. Il dislivello positivo di questo tratto è di 2.000 metri. Per chi la conosce sono i primi 3 chilometri della Speata più altri 30 dello stesso tenore.

Dopodiché restano 2,45 ore per completare la gara, e bisogna superare un ulteriore dislivello di altri 1.000 metri. Ciò significa che negli ultimi 10K la pendenza, di fatto, è più che raddoppiata, dato che va superata in uno spazio 3 volte inferiore. Una passeggiata di salute.

L’organizzazione, oltre a suggerire di andare preparati, fa presente che, tra le difficoltà fisiologiche, ci sono anche delle potenziali (e repentine) variazioni climatiche ed è quindi necessario portarsi un abbigliamento sia per la pioggia che per la neve. Insomma, non “spingono” per la partecipazione. Una gara, estrema, non proprio per tutti.

La corsa “parla” in modo diverso ad ognuno di noi. A me, l’Etna, al momento, non sussurra nulla, e prenderei subito la pillola blu, chiudendo la questione.

Ma vai a sapere se, alla fine, la pillola rossa non sia preferibile.

In fin dei conti, mentre si possono vivere molte vite, si muore una sola volta. Ehm … podisticamente…

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