Qualche tempo fa ho letto un breve articolo che raccontava della suggestione personale di quel breve intervallo di tempo che precede la partenza della maratona. Un momento di “sospensione” in cui non sapendo bene cosa si debba pensare, i più guardano lo scorrere dei secondi e non pensano a nulla.
In verità, lasciando da parte la maratona – che è una faccenda affatto peculiare – il momento che mi sembra maggiormente significativo nelle gare, non è poco prima dello start, ma quello immediatamente dopo. L’ho “condensato” in 120 secondi, ma si tratta solo di una esemplificazione narrativa: per ognuno è diverso.
Perché il “dopo” e non il “prima”? Semplicemente perché la “sospensione” (i pensieri, le preghiere, le scaramanzie, etc.) non ha alcun reale effetto sulla gara. Quel che è fatto è fatto o, come dicevano gli antichi, “cosa fatta capo ha”.
Subito dopo, invece, a cominciare dal primo passo di corsa – e per un certo intervallo “metrico” – possiamo già presagire, con contezza “animale”, quasi tutto quello che potrebbe succedere. Partiamo a “palla”, iniziamo piano, … la scelta iniziale – spesso dettata dalla concitazione del momento (veniamo “spinti” innanzi, o al contrario, siamo “compressi” come al casello autostradale) – può determinare tutta o quasi la risultante della gara, specialmente sulle distanze brevi.
Nei primi istanti, comprendiamo come siamo “messi” effettivamente, se la macchina “va” o meno e, purtroppo, non sempre è possibile intervenire in modo correttivo. Si farà quel che si potrà. In quei momenti, accanto ad una dimensione “propositiva”, mentre ci guardiamo intorno, ci accompagnano tutti i “ripensamenti”, le “aspettative” non più in una dimensione astratta (come prima dello start) ma in un contesto concreto, sul quale non siamo certi di poter incidere.
Eppure siamo in movimento, con la fiducia che il problema non è la distanza, ma è solo una questione di tempo. Il tempo “finale” al quale aspiriamo (e che siamo in grado di dire se sia conseguibile dopo 500 metri), ovvero il mero scorrere del tempo.
In entrambe le situazioni è necessario dare il possibile, “resistere” e, se non succedono imprevisti (gravi), alla fine arriviamo. Bene o male, dipende dalla preparazione, dalle possibilità e dalle aspettative. Il tutto condensato in soli 120 secondi.
[Colonna sonora: Hans Zimmer, Time; Orchestral Manoeuvres In The Dark, Souvenir (Extended Club Remix); Paul Young. Come Back and Stay (Extended Club Mix)]