Tornando alla base dopo la We Run Rome ho scambiato due chiacchiere con Lisa Maniago. Da novella “bradipa” abbiamo tratto qualche considerazione, in ordine sparso, su divise sociali e “appartenenza” in una gara in cui la maggior parte dei partecipanti era indistinguibile nel mare cremisi.
La “divisa” sociale ha ancora il suo valore nelle corse cittadine, laddove, tra l’altro si “giocano” le aspettative direttamente collegate ai diversi trofei sociali. Sicché una certa “riconoscibilità” è necessaria. Sarebbe come se nel campionato di calcio le squadre scendessero in campo, ogni partita, con magliette tutte diverse. E, in questo caso, parliamo di 22 giocatori alla volta che non sono per nulla comparabili ad un migliaio di podisti.
La propria maglia sociale va indossata con orgoglio. Siamo in tanti, corriamo “da soli” ma, alla fine, sembriamo tanti giocatori, ognuno dei quali è la sommatoria dei singoli che indossano gli stessi colori.
L’“appartenenza” è, invece, la comunanza di un ambiente. Il far parte della stessa tribù, con valori se non identici per tutti, molto prossimi ad esserlo.
Ciò non avviene necessariamente nelle gare “cittadine”, ma di certo nelle maratone. In queste occasioni, il “Circo” dei podisti si incontra di nuovo e, indipendentemente dalla squadra, condivide un momento che è ben più lungo. Qui, infatti, la squadra conta poco; conta molto, invece, far parte di una stessa ritualità. Non so più quante persone di altre città sono persone conosciute a Firenze, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, etc. Magari hanno cambiato squadra 10 volte (esattamente come i podisti che incontri nelle gare a Roma) ma questo non ha alcuna rilevanza.
Personalmente, indosso sempre, con fierezza, i colori sociali e mi fa piacere che anche podisti di altre regioni conoscano la mia squadra ma, questo, non è punto necessario. Quello che è necessario è la condivisione di quel lungo momento, in cui tanti “singoli” – quale che ne sia il colore – si riconoscono negli stessi valori, per i quali la maglietta ha poca importanza, rispetto a tutto il resto. Ritrovarsi alle Maratone: perché sì.
[In foto, non senza un motivo, la Maratona di Reggio Emilia. Per la chi la corre sa bene di cosa parlo …]