Sulle 10 Miglia di Reggio-Emilia

Sulle 10 Miglia di Reggio-Emilia c’era anche Marina Parisio, per l’occasione, del tutto casuale, accompagnata da un’orange di nome e di capelli.

La nostra Marina – agghindata da SuperMary – 14 anni fa ha scoperto di avere in dotazione la sclerosi multipla. Una notizia che spalanca l’inevitabile voragine di fronte ai piedi, ben sapendo che, giorno dopo giorno, le gambe faranno sempre più fatica.

Nonostante ciò è stata invitata a partecipare ad una sorta di esperimento. Correre la Maratona di New York per testarne l’effetto su quanti hanno lo stesso problema. Da allora, Ella ha constatato che si può fare. In effetti, l’ha fatto. Giungendo alla constatazione – folle – che senza la malattia non avrebbe potuto scoprire un mondo del tutto sconosciuto. E pieno di cose interessanti.

Dopo una seconda New York (in cui ha costretto anche il marito a seguirla, per fargli toccare con piede il senso della lunga distanza), eccola anche sul breve tratto di Reggio-Emilia. A passin battuto una coppia di scalmanate si affrettano, al freddo e sotto la pioggia, lasciando indietro uno sventurato consorte non in grado di tenere il passo adeguatamente. SuperBeer, dopo le ovvie rimostranze, viene lasciato indietro con insolita rudezza: “Non si può mica correre con uno che si lamenta…”. Una pietra tombale. Poi uno si stupisce che si segnali una decisa crescita degli acquisti on line di tallio.

Non bastassero i 16K, una mancata segnalazione determina l’allungamento del percorso di altri 3K, sicché, dopo 19 luuunghi chilometri, arrivano giusto in tempo per intercettare i primi che tagliano il traguardo della Maratona. Quelli davvero bravi.

La nostra Marina continua ad andare, resa anche più lieta dalla circostanza, per nulla disprezzabile, che arriva spesso a premio di “categoria”. Sicché anche le disabilità non valgono a togliere qualche soddisfazione. Una categoria tutta speciale, la sua, costituita da quanti non si rassegnano, non mollano; se si piangono addosso, non lo danno a vedere. Incarnano pienamente la metafora (o luogo comune, se volete) della corsa su strada dove conta procedere innanzi, nella fatica, in uno spazio in cui ci sono “situazioni”, sensazioni, che consentono, alla fine, di valicare le difficoltà.

Un corridore è un corridore. Uno di noi. E noi gli vogliamo bene per questo. SuperMary, una nuova super-eroina. Quasi una droga “potenziata”: davvero stupefacente.

[Colonna sonora: Rüfüs Du Sol, Underwater (Max Steel SuperMary Remix); Innerbloom (Max Steel In The Mix); No Place (The Max Steel SnowFall Winter Version); You Were Right (Max Steel Cold River Remix); Sundream (Night Dream Remix); On My Knees (Extra Long Original Mix); Next to Me (Max Steel Can You Hear My Voice)]

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