Vitale Calogero

CALOGERO VITALE

 

Perché ogni volta che rientravo dal lavoro, oltre allo stress causato dal lavoro stesso (sapete io lavoro con mia moglie), mi toccava sciropparmi anche le bambine che non la smettevano più di rompere. Allora mi sono detto “qui tocca inventarsi qualcosa” e dopo anni (trenta) di totale inattività fisica mi sono messo a sgambettare su e giù per il Tuscolo: fu cosi che l’edicolante (Francesco Graziani del Clan Graziani) che ha il chiosco vicino casa mia, vedendomi passare, mi disse: “perché non vieni a correre con noi”? E cosi eccomi qua, ormai oltre i pomeriggi stressanti passati a casa a fare il cavalluccio per due pesti scatenate riesco a disertare anche le domeniche mattina di grandi manovre coordinate da mia moglie per le pulizie generali.
Trofeo Città di Colleferro, 9 luglio 2006, Km. 10,4, tempo 59 e rotti, 10 chili fa. Fu la prima volta che incontrai il presidente, ricordo che ero intimidito da questo “figuro burbero” che mi lanciò una canottiera bianca tutta sgualcita con su scritto “Ami la corsa, vieni con noi” e disse: “tiè mettite questa”. Guardavo le altre società tutte colorate che esibivano maxi - gazebo e mi sono subito detto: “ ma avrò fatto la cosa giusta?”
"Sì" posso dire oggi.
A distanza di tempo so di aver fatto la cosa giusta grazie anche a gente che ci ha creduto veramente, perché vi assicuro che quel giorno sulla Running Evolution non avrei scommesso un solo soldo!
Difficile da definire, ogni momento quando corri è in un qual modo piacevole, anche se tagliare il traguardo della prima maratona con il Colosseo a fare da sfondo è un’emozione in cui difficilmente si riescono a trattenere le lacrime.
Vedere stramazzare a terra un atleta durante la Roma-Ostia e dopo il traguardo apprendere che sia stata la sua ultima gara.
Niente di tutto questo, penso che nella corsa ci sono solo due possibilità. Quella di riuscire perché ti sei allenato bene e quella di non riuscire perché hai sbagliato qualcosa.
In gara sono semplicemente un drago, riesco a correre sempre al di sopra delle mie possibilità e soprattutto riesco a trarre il meglio dagli allenamenti mai appropriati e sempre sottodimensionati alla gara in programma. Se mi date la possibilità di trasferire il paragone ad un cartone piuttosto che ad un animale, direi proprio di essere un Barbapapà.
No mai, non ci voglio pensare, ed anche se questo dovesse accadere per cause di forza maggiore con la testa non smetterei mai……. del resto chi si ferma è perduto, giusto.
La corsa è un momento di intimità unico che l’anima vive intensamente con il corpo che lo incita continuamente a non mollare e a dare sempre qualcosa di più a non arrendersi mai alla prima difficoltà. La corsa è come la vita.
La 100 Km del passatore mi ha sempre affascinato ma vista la dedizione che ci vuole per la preparazione finisco sempre per farmi male o non sentirmi mai pronto… beh chissà che il 2010 sia l’anno buono, vero Maestro One!

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