Lunedì mattina all’alba – con lo spirito di inizio settimana, ma almeno con una Roma senza traffico – sono partita in trasferta. Accanto al trolley, lo zaino della Running Evolution per qualche allenamento, una via di fuga più mentale che fisica.
Arrivata nel Monferrato – in provincia di Alessandria – e sommersa dal lavoro, incontro in ufficio Luigi – un runner del luogo – che mi invia una locandina per una gara competitiva che si correrà il mercoledì successivo alle h.20: pochi km (quasi 7), un trail (che di certo non è il mio forte) e sicuramente non facile (prevedo salite con pendenza maggiore del 20%).
Ahi, non ho portato la canotta sociale (mi striglierà il Presidente, anche se non l’ho fatto apposta), ma come non accettare una sfida ‘fuori casa’? Se applicassimo le regole del calcio internazionale i piazzamenti in trasferta varrebbero doppio…
I colleghi mi guardano perplessa: al posto di una cena a base di prelibatezze locali sorseggiando Barolo, una corsa con il primo caldo di giugno? Insomma mercoledì sera mi ritrovo accolta nella squadra di Luigi (anche il presidente di questa squadra si chiama Fausto …. coincidenze? Io non credo) e – come ad ogni inizio di gara- cosa si fa? La foto di gruppo …. Ma non il rito!!!
Inizia il riscaldamento e tutti mi parlano positivamente delle gare ‘romane’: ascolto la descrizione della mezza dei Castelli e avverto nostalgia di casa.
La gara parte e – come avevo immaginato – per circa 5 km è gestibile, poi la salita su pietre sdrucciolevoli mi ha notevolmente rallentata. Concludo la gara e mangio qualcosa al ristoro: si sta facendo buio e devo ritornare in albergo, sentendomi un po’ come Cenerentola. Con Luigi la promessa di ricambio di ospitalità per ‘una gara romana’ (in centro o magari la nostra ‘CorriColonna’).
E’ proprio vero che la corsa riesce a toccare qualcosa di misterioso, che ci avvicina alla nostra natura e ci fa sentire liberi, in qualsiasi luogo, tempo, circostanza.